La Qualità del dialogo
Ho sempre pensato che il percorso terapeutico fosse come ad un viaggio che la persona compie dentro se stessa con l’aiuto di un professionista.
Il viaggio nel viaggio, mi piace dire.
Un viaggio per diventare chi si è e che ha come strumento imprescindibile la comunicazione.
Una comunicazione efficace nel business, nelle relazioni e una buona comunicazione anche con se stessi.
Nella mia esperienza ormai ventennale nell’ambito terapeutico ho avuto la possibilità di lavorare con differenti approcci, privilegio che mi ha permesso di avere una visione globale dell’individuo e delle sue peculiarità.
Bauman scriveva: “Il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione.’’ Ed io aggiungerei anche la relazione con se stessi. Mi piace osservare le dinamiche umane, l’osservazione è uno strumento che ho appreso durante il mio periodo di studi e tirocinio a Londra presso la Tavistock Clinic.
Strumento che ho portato con me anche dopo negli anni, vivendo differenti opportunità lavorative, dalle risorse umane, fino alle vendite, alle ricerche di mercato, alla terapia psicologica individuale e di coppia, fino alla gestione di team e alla consulenza business per imprenditori.
Fare Terapia
È stato ampiamente dimostrato che le parole usate nel nostro dialogo interno possano modificare il mindset sia in positivo che in negativo. Come ci parliamo e su cosa poniamo l’attenzione, fa la differenza.
Fare terapia significa questo, imparare a comunicare con gli altri e soprattutto con noi stessi.
I fiori di loto ad esempio, nascono e sbocciano dal fango, nella palude, cosi anche noi a volte ci sentiamo impantanati da emozioni contrastanti e negative come se fossimo in una palude, senza però accorgerci che ci sono anche dei fiori bellissimi e cose positive. Come ci parliamo e su cosa poniamo l’attenzione, fa la differenza.
Fare terapia significa imparare a comunicare in modo funzionale con gli altri, ma anche con noi stessi. Significa riconoscere gli schemi dietro ai quali ci si è trincerati per anni a volte. Significa togliere tutte quelle etichette che poco servono a riconoscersi e ad amarsi, Significa vedere e poi togliere le maschere adottate per paura del giudizio, per omologarsi, per difendersi e significa poter indossare il vestito della propria autenticità per far ”sbocciare” l’autostima.
È semplice? A volte non lo è, ci sono ferite o ricordi non elaborati che impediscono di godere della bellezza dei propri fiori, per tornare alla metafora dei fiori di loto.
Negli anni proseguendo il mio viaggio di formazione e osservazione, mi sono resa conto di quanto la nostra psiche fosse collegata al soma. Questa consapevolezza mi ha portato ad avvicinarmi e poi specializzarmi in Medicina Psicosomatica.
Noi comunichiamo non solo con le parole o la gestualità, ma anche con il corpo. Gli organi hanno un loro linguaggio e si esprimono attraverso i sintomi.
L’approccio Sistemico relazionale, presso l’ospedale Niguarda che mi ha visto lavorare con le coppie e le famiglie per diversi anni, mi ha dato un’ulteriore visione delle dinamiche relazionali confermando che i sintomi sono legati alle emozioni e ai comportamenti disfunzionali in relazioni poco sane.
I Tre livelli e la visione olistica
Oggi, dopo tante esperienze e formazione diverse tra loro ho definito il benessere come l’equilibrio dei tre livelli: psichico, fisico e spirituale.
Ho avuto un grande aiuto dalla medicina cinese che ha un approccio di rimanere in equilibrio e armonia per quanto possibile. Gli squilibri non dipendono solo da quel che si mangia, da come ci si muove e quanto, o dalle caratteristiche familiari, ma anche dalla dimensione delle emozioni, quel che si prova e quel che ci fa perdere il centro. Le emozioni sono parte integrante dell’energia di ogni singolo organo.
L’EMDR in cui mi sono specializzata, dopo essere stata io stessa paziente per comprenderne l’efficacia è uno strumento psicoterapico riconosciuto dall’OMS che grazie al movimento oculare degli occhi permette di rielaborare i ricordi intrappolati nella rete neurale, insieme all’ipnosi e alla mindfulness mi hanno permesso di allargare il mio approccio al paziente.
Un approccio olistico e personalizzato, dove integro tutti gli strumenti che ho potuto apprendere durante il mio viaggio di formazione, lavorativo e interiore.
Non può esserci un essere umano felice se non è appagato dal lavoro, dalla sfera sociale, personale e relazionale. Come non c’è essere umano che può essere nel benessere se non ha consapevolezza del suo corpo e della sua energia.
Il mio approccio trova la cura nel presente e nella comunicazione.
Continuo con gioia i miei studi, viaggiando e formandomi in Nutrizione, Sessuologia e Dipendenza Affettiva.
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