Pensando alla nota canzone di Sergio Endrigo: “Le cose d’ogni giorno, raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare. Per fare un tavolo ci vuole il legno. Per fare il legno ci vuole l’albero. Per fare l’albero ci vuole il seme…” mi è tornato in mente un episodio di quando appena sedicenne compresi involontariamente le differenze tra parlare e comunicare.
Quel giorno non lo dimenticherò mai: il signore allo sportello comunale al quale avevo chiesto un certificato mi rispose che non si sarebbe potuto fare, dandomi una spiegazione più o meno convincente. Sconsolata tornai a casa e riferii l’accaduto a mio padre, il quale mi sorrise e senza indugi si recò in Comune, per poi ritornare a casa con il documento. Era quello che non ero riuscita ad avere solo pochi minuti prima.
Potete immaginare la sorpresa, il mio stupore e, nello stesso tempo, la grande delusione. Fu la mia prima lezione di comunicazione e vendita. Quell’episodio segnò una svolta per le mie scelte future: cominciai a comprendere che le parole non hanno sempre lo stesso significato, ma accolgono al loro interno concetti e timbri differenti in base a come si pronunciano e in che ordine si scelgono. Da quel momento crebbe in me la curiosità su come parlare e su cosa aggiungere o omettere per raggiungere un obiettivo.
Vendere se stessi, quindi, la propria immagine o un’idea o essere incisivi, non sempre corrisponde a ciò che poi arriva a destinazione. In realtà, quante volte ci chiediamo: forse avrei dovuto tacere? Oppure, forse avrei dovuto dire di più? E proprio per trovare le risposte alle mie domande e scoprire cosa c’era dietro alle parole mi sono accostata agli studi, dapprima di Psicologia, e poi di Marketing e Comunicazione.
Sì, perché ogni giorno noi vendiamo qualcosa. Vendiamo di tutto in ogni istante della giornata: noi stessi, idee, concetti, programmi, sogni, che spesso non hanno un corrispettivo economico, ma sicuramente un grande valore, un corrispettivo in attenzione, in presenza, in riscontro positivo. Il processo di comunicazione e vendita è un processo alchemico di cui ci avvaliamo ogni giorno per vivere, difenderci, creare. Perché, in
Ma come si fa? Da dove si inizia?
Innanzitutto è fondamentale individuare il nostro spazio nel mondo, acquisire consapevolezza di noi stessi e delle nostre potenzialità, cosa non facile, ma non impossibile. E un aiuto forse si può chiedere all’amore, prima di tutto quello verso noi stessi. Amarsi vuol dire imparare a conoscersi, osservarsi e accettarsi.
Ecco, finalmente sono arrivata al seme che è quello della buona comunicazione, della relazione con gli altri, di quel “vendersi a noi stessi”. Non dobbiamo inventarci nulla, nessuna formula matematica o amletica. Si tratta semplicemente di compiere il viaggio. Un viaggio dentro l’amore, dove paure, poca autostima, stress e ricordi non elaborati, non sono trappole, ma delle opportunità. Perché in fondo, per parafrasare Einstein, “l’obiettivo non è la meta, ma forse semplicemente il viaggio”, sempre con l’augurio di non troppi imprevisti o scossoni!
Le cose d’ogni giorno, raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare. Per fare un tavolo ci vuole il legno. Per fare il legno ci vuole l’albero. Per fare l’albero ci vuole il seme..